...non si scorda mai! E infatti doveva essere la prima volta di tre italiani insieme su un campo del campionato di pallacanestro più bello del mondo. C'erano Andrea Bargnani, Danilo Gallinari e Marco Bellinelli in un Madison Square Garden che si era preparato all'evento chiamandolo "Italian Heritage Night", addobando il palazzo a festa e facendo la presentazione dei giocatori in italiano. E ovviamente c'era Mike D'Antoni, che nel nostro paese ha lasciato ricordi importanti e qualcosa di più.
Ma insieme i tre in campo non ci sono andati mai, anzi il Beli sul campo del palazzo dello sport più famoso del mondo non ci ha proprio messo piede, seduto 48 minuti sul pino per colpa, si dice, di un attacco influenzale. Peccato davvero, perché è stata la notte più importante per il basket italiano in terra americana, e non soltanto per un mero discorso di presenza, ma perché Danilo ed Andrea sono tra i leader, oramai, delle loro franchigie, e la partita di ieri sera lo ha dimostrato ancora una volta. Bargnani è stato il migliore in campo, colui che più di tutti ha deciso la vittoria dei Raptors con un'ottima prestazione (24+12 con altissime percentuali), condita da un primo quarto incredibile con il 100% dal campo, 4/4 da tre per un totale di 14 punti, 6 rimbazi e un assist sublime per una schiacciata di CB4. Roba da stropicciarsi gli occhi, roba da All-Star Game. E Danilo, se nel primo quarto, come tutta New York è stato spettatore, è venuto fuori alla distanza, nel tentativo di una disperata rimonta che ha prodotto 25 punti con un 5/10 da tre (e la sua candidatura per la gara di tiro da tre nell All-Star Weekend è sempre più consistente) e la consapevolezza del suo essere fondamentale per i Knicks. Come sono lontani i fischi del draft!
Le parole dei due azzurri alla fine erano piene di soddisfazione, il Gallo ha fatto i complimenti a Bargnani, prontamente ricambiati, e tutti e due hanno confermato agli americani l'importanza di questa partita in un paese dove il calcio è una religione più che uno sport.
Per la cronaca, New York ha perso perché nel primo tempo non ha giocato, schiaccata dalla forza dei Raptors che nella prima frazione hanno tirato con un irreale 61.5% dalla lunga distanza, senza trovare opposta la minima resistenza. Quando poi i Knicks si sono svegliati, gli ospiti non hanno avuto grossi problemi a controllare il vantaggio, che raramente e per pochi istanti è sceso sotto la doppia cifra.
Se Toronto continua così, non dovrebbe avere problemi a raggiungere la post-season, mentre New York è alla ricerca di un equilibrio che appare piuttosto difficile se non da raggiungere, quantomeno da mantenere.
E infine speriamo di poter vedere queste ottime prestazioni dei nostri anche con indosso la maglia della nostra derelitta nazionale.
Ma insieme i tre in campo non ci sono andati mai, anzi il Beli sul campo del palazzo dello sport più famoso del mondo non ci ha proprio messo piede, seduto 48 minuti sul pino per colpa, si dice, di un attacco influenzale. Peccato davvero, perché è stata la notte più importante per il basket italiano in terra americana, e non soltanto per un mero discorso di presenza, ma perché Danilo ed Andrea sono tra i leader, oramai, delle loro franchigie, e la partita di ieri sera lo ha dimostrato ancora una volta. Bargnani è stato il migliore in campo, colui che più di tutti ha deciso la vittoria dei Raptors con un'ottima prestazione (24+12 con altissime percentuali), condita da un primo quarto incredibile con il 100% dal campo, 4/4 da tre per un totale di 14 punti, 6 rimbazi e un assist sublime per una schiacciata di CB4. Roba da stropicciarsi gli occhi, roba da All-Star Game. E Danilo, se nel primo quarto, come tutta New York è stato spettatore, è venuto fuori alla distanza, nel tentativo di una disperata rimonta che ha prodotto 25 punti con un 5/10 da tre (e la sua candidatura per la gara di tiro da tre nell All-Star Weekend è sempre più consistente) e la consapevolezza del suo essere fondamentale per i Knicks. Come sono lontani i fischi del draft!
Le parole dei due azzurri alla fine erano piene di soddisfazione, il Gallo ha fatto i complimenti a Bargnani, prontamente ricambiati, e tutti e due hanno confermato agli americani l'importanza di questa partita in un paese dove il calcio è una religione più che uno sport.
Per la cronaca, New York ha perso perché nel primo tempo non ha giocato, schiaccata dalla forza dei Raptors che nella prima frazione hanno tirato con un irreale 61.5% dalla lunga distanza, senza trovare opposta la minima resistenza. Quando poi i Knicks si sono svegliati, gli ospiti non hanno avuto grossi problemi a controllare il vantaggio, che raramente e per pochi istanti è sceso sotto la doppia cifra.
Se Toronto continua così, non dovrebbe avere problemi a raggiungere la post-season, mentre New York è alla ricerca di un equilibrio che appare piuttosto difficile se non da raggiungere, quantomeno da mantenere.
E infine speriamo di poter vedere queste ottime prestazioni dei nostri anche con indosso la maglia della nostra derelitta nazionale.
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