Siamo al 12 Dicembre e dopo 2 mesi pieni di NBA season è il momento di fare un po' il punto della situazione sui nostri ambasciatori in terra d'America.
Le notizie che arrivano sono da una parte buone e dall'altra cattive. Partiamo con le buone: Andrea Bargnani conferma un po' quello che si è visto l'anno scorso: viaggia a 11,3 punti, 4,4 rimbalzi e 1,2 assist a partita. Niente di più niente di meno, almeno parlando a cifre. Dal punto di vista del campo, Andrea dà sintomi di non avere molta continuità alternando prestazioni dà urlo (vedi i 26 punti contro Seattle) con altre deludenti. Sam Mitchell non lo considera uno degli intoccabili ma a volte lo fà partire dalla panca, anche se poi il minutaggio è superiore del suo diretto concorrente Nesterovic. Continuo a pensare che l'idea di volerlo far giocare centro lo limiti molto. Alcuni dicevano che se quest'anno non faceva il salto di qualità poteva anche tornarsene a casa; per me già il fatto che si stia confermando è una cosa positivissima.
Le notizie dolenti arrivano dalle parti dell'Oracle Arena: Marco Belinelli non gioca, punto. Quello che era stato definito come il vero furto del draft dopo la bellissima Summer League, ha visto scendere continuamente il suo minutaggio fino ad uscire completamente fuori dalle rotazioni ed essere messo per le ultime 6 partite fuori rosa.
A Beli è stata proposta la possibilità di poter giocare nella D-League (la lega di sviluppo dell'NBA) ma l'ex-Fortitudo ha rifiutato dicendo di sentirsi un giocatore NBA a tutti gli effetti.
Per come la vedo io, Marco Belinelli è sì stimato dagli addetti ai lavori ma gli manca qualcuno all'interno della Franchigia che lo difenda e le parole in tono scherzoso che Bargnani gli pronuncia nello spot Nike mandato in onda durante gli Europei si stanno tristemente trasformando in realtà. Insomma, manca qualcuno che faccia quello che fece circa un anno fà Gherardini con Sam Mitchell per fargli capire che quel ragazzone italiano non era così scarso.
Se fosse stato chiamato dai Suns (come le previsioni volevano) forse la storia sarebbe stata diversa. D'Antoni conosce molto bene i giocatori europei ed il suo gioco e le sue esperienze nei parquet del vecchio continente avrebbero permesso al Beli di potersi inserire meglio nel basket NBA.
Certo dare per fallito il Beli è troppo presto, ancora ci sono un bel po' di partite ma alcune cose sono certe: il talento per sfondare c'è tutto ed è indiscutibile, la strada è molto più dura del previst e Marco dovrà rimboccarsi le maniche e ritornare mentalmente ai tempi in cui giovanissimo approdò alla corte di Ettore Messina alla Virtus Bologna. In più ora mi viene in mente un'idea che magari potrebbe fargli esprimere al massimo il suo talento: se abbandonasse il ruolo di guardia per poter dedicarsi a quello di Play-maker?
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