Road to Beijing: l'avversaria che non ti aspetti...

Per concludere la carrelata della squadre presenti a Pechino, parliamo oggi di quelle tre nazionali che vuoi per fama, vuoi per lontananza, vuoi perchè dietro nei pronostici, rappresentano delle vere e proprie incognite in questi Giochi a cinque cerchi: Australia, Iran e Angola. Tra le tre squadre la prima è senza dubbio quella più conosciuta, mentre le altre due sono punti interrogativi belli e buoni. Iniziamo da chi conosciamo meglio.


Australia - Andrew Bogut è sicuramente il giocatore più conosciuto della franchigia dell'oceania. Il giovane centro dei Bucks è accompagnato a Pechino da una squadra che ci crede e che mai come questa volta è competitiva. Gli altri trascinatori del team saranno i due "europei" David Andersen del Barcellona ma che ha vinto in eurolega con il CSKA e Matthew Nielsen, che dei Boomers (come vengono soprannominati i giocatori) è anche il capitano. Unione di giocatori giovani e del blocco più esperto, gli australiani si sono qualificati agevolmente per le olimpiadi e poi sono venuti in Europa per una serie di amichevoli con Croazia e Grecia in cui non hanno assolutamente sfigurato, anzi. Nel loro girone (A) dovranno comunque sudare le proverbiali sette camicie per far fuori una tra Lituania e Croazia, e non ritrovarsi a far compagnia all'Iran nel viaggio di ritorno anticipato verso casa. Gli Aussie sono pronti alla sfida.

Iran - Questa è una squadra giovane e ambiziosa, entusiasta alla sola idea di essere entrata nell'elite del basket mondiale e di poter rappresentare la loro nazione ala manifestazione sportiva più importante del mondo (prima e fin'ora ultima olimpiade nel '48). Tutti i giocatori giocano in Iran, e ovviamente non ho la più pallida idea di come giochino. Il sogno nel cassetto sarebbe quello di confrontarsi con quello che anche politicamente rapresenta un vero e proprio nemico, gli USA, e sono sicuro che se Ahmadinejad avesse potuto, avrebbe voluto truccare il sorteggio dei gironi. Per l'obbiettivo a cinque cerchi sono andati proprio in casa del nemico ad allenarsi, a Salt Lake City, dove hanno sostenuto una camp e hanno affrontato le riserve delle riserve dei cugini di Jazz e Dallas, e sono stati comunque bastonati. Tutto questo però probabilmente non basterà e il sogno di affrontare il colosso americano si spezzerà dopo il primo turno. Ma l'Iran venderà cara la pelle prima di salutare Pechino.

Angola - Questa nazione è senza dubbio più famosa per il machete che ha nella bandiera che per la sua squadra di basket, almeno in Occidente. Ma nel continente nero l'Angola domina la pallacanestro da più di un decennio e proprio ai mondiali di due anni fa ha colto il suo più importante traguardo, giungendo decima. Tutti i giocatori giocano in patria, e se vogliamo questo potrà essere un vantaggio: dovranno essere bravi a sfruttare il fattore sorpesa e ad imporre la loro solidità, solo in questo modo si faranno onore alle Olimpiadi. Insieme ai colleghi iraniani saranno probabilemnte fatti fuori senza pietà nel loro girone, il B, ma ad agosto potranno respirare a pieni polmoni quell'aria olimpica che tutti gli atleti del mondo hanno sognato almeno una volta nella vita, e tra molti anni racconteranno ai nipotini di quella volta che fecero canestro difesi da Kobe Briant piuttosto che quando stopparono LeBron James: il sogno olimpico è davvero meraviglioso.

Road to Beijing, stay tuned!

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