Beijing 2008: la finale...

Il piccolo sforzo di svegliarsi alle 8 e mezzo di domenica è stato più che ripagato da una partita che senza dubbio è stata uno dei confronti più belli di sempre tra il basket al di là e al di qua dell'atlantico. Una partita che rimane negli occhi, così come i suoi protagonisti: gli Stati Uniti condannati a vincere, la Spagna che si è battuta valorosamente contro i pronostici e contro un basket diverso (e questa volta i passi e le doppie sono stati meno del solito), che pur nella sconfitta ha dimostrato che ai massimi livelli la distanza dell'oceano si è davvero ristretta.
Per gli amanti del basket del vecchio continente è stato dimostrato che gli USA devono soffrire per poter aver ragione delle squadre "europee" (tra virgolette, perchè anche l'Argentina ha un'impostazione di gioco europea), che esprimono un basket davvero competitivo.
Pe quelli che amano l'nba invece c'è stata la conferma del fatto che se vogliono anche le stelle possono giocare di squadra (forse non alla perfezione come le europee, ma un gioco di squadra che tiene conto delle caratteristiche individuali), sacrificarsi in difesa e attaccare con una certa pazienza. Forse non insegano basket, ma quello che esprimono è un gioco migliore del recente passato, senza però perdere la loro identità (che rimane molto "fisica").
E' stata davvero una partita fantastica, e un semplice riassunto non riuscirebbe a trasmettere quello che si è visto. 118-107 è il risultato finale, e non traggano in inganno i punteggi stellari: in difesa le squadre non si sono certo risparmiate, ma hanno giocato a viso aperto e le percentuali al tiro sono state spaventosamente alte da tutte e due le parti, segno di una determinazione e di una bravura immensa.
E' stato dimostrato che le squadre, se giocano da tali, valgono più della somma degli individui, ed è grazie a questa convinzione ritrovata che il Dream Team (sì, questa volta lo voglio chiamare così) ha vinto. Ed è così che la Spagna, maestra in questo, è riuscita a fare a meno di giocatori importanti (leggi Calderon).

Certo che poi ci sono state individualità portentose: vedere Rubio e pensare che non ha nemmeno la patente fà un effetto disarmante, vedere Rudy Fernandez schiacciare in faccia a Howard è esaltante, il ritmo di Wade è insostenibile, l'ultimo quarto di Kobe è stato la sintesi perfetta del perchè questo qui è considerato il più forte di tutti. Poi ci sono stati Pau e LeBron, Jimenez e Anthony e tutti gli altri che hanno reso questa finale qualcosa di difficilmente ripetibile. 
Spero che questo altro non sia che un punto di partenza, perchè pur restando differenze sostanziali nel gioco, le culture cestistiche di Vecchio e Nuovo continente sono a mio parere entrambe molto belle, e lo hanno dimostrato ieri una volta di più.

Non ci sono vincitori e vinti, in questa finale Olimpica ha vinto la pallacanestro!

Beijing 2008!

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