Road to Beijing: le stelle (parte prima)

La manifestazione Olimpica darà modo agli appassionati di poter vedere all'opera alcuni tra i migliori interpreti del gioco. Ovviamente gli Stati Uniti d'America ne registrano la più alta concentrazione e tra questi spiccano nomi importanti a partire da quello di Kobe Bryant. Il "black Mamba" è reduce dalla sue prima (si, prima. Può sembrar strano ma è così) elezione ad MVP della regualr season e dalla delusione per la mancata conquista dell'anello da parte dei suoi Lakers a causa dei Boston Celtics, ma questo non fa altro che aumentare la sua sete di vittoria. Posseduto da uno sconfinato talento cosparso lungo i suoi 199cm, Kobe risulta essere uno delle guardie più forti ( se non la più forte) presenti sul pianeta. Può segnare da qualsiasi posizione, modo e momento. Per molto tempo si è detto che fosse troppo egoista e pensasse troppo al suo tabellino personale ma i suoi 5.4 assist forniti per gara in questa stagione, sono lì a smentire. Il punto dolente risulta essere il carattere: in pochi ne parlano bene ed è descitto come un rompiscatole egoista, soprattutto dai compagni, ma questo è il carattere del leader vincente. Propio come lo è Kobe. Altro personaggio su cui verranno catalizzate le luci è Lebron "the king" James. Il giovane giocatore dei Cleveland Cavaliers ha già dimostrato più e più volte di essere il prescelto per poter dominare la lega NBA negli anni venturi. James è dotato, oltre che da un ovvio e mai nascosto talento, di un fisico estremamente potente che diventa la sua arma in più: quando prende velocità non c'è niente che possa fermare la sua corsa (che in genere termina con una perentoria schiaccaita) verso il canestro avversario. Può giocare sia lontano che vicino a canestro. Gli piace esibirsi per il pubblico e quindi non si nega quasi mai qualche effetto speciale. Ciò che sorprende di questo giocatore è la facilità con cui riesce ad avere il controllo della partita: può chiuderla in qualsiasi momento a suo piacimento, soprattutto adesso che ha affinato il suo tiro dalla lunga distanza. Chris Paul è il play-maker del futuro. Faccia da bravo ragazzo, in questa stagione è arrivato ad un soffio dal prendersi il titolo di MVP ed ha portato i suoi Hornets ad un pelo dall'eliminare gli Spurs dai Play-off. In questa olimpiade giocherà al fianco del giocatore che rappresenta il suo futuro: Jason Kidd. In campo distribuisce Assist a raffica (11,3 a partita in questa stagione) ma avendo personalità da vendere è anche un'ottimo penetratore ed ottimo realizzatore. Dwight Howard è stato definito da molti come il nuovo Shaq. Il ragazzone di Atlanta è alto 211cm ed è dotato di un fisico michelangiolesco. Oltre alla squadra in cui milita (Orlando magic), gli elementi che lo uniscono a Shaquille, sono il suo strapotere fisico mostrato nel pitturato e sotto i vetri (15,8 rimbalzi a partita) e la simpatia con cui si presenta. Atleta eccezzionale, Howard non solo è imponente ma è anche dotato di una rapidità che lascia sorpresi. Dopo l'ultimo Slam Dunk Contest, si può anche fregiare del soprannome di Superman. Road to Beijing, stay tuned!

0 commenti:

Posta un commento