Road to Beijing: le stelle (parte prima)

La manifestazione Olimpica darà modo agli appassionati di poter vedere all'opera alcuni tra i migliori interpreti del gioco. Ovviamente gli Stati Uniti d'America ne registrano la più alta concentrazione e tra questi spiccano nomi importanti a partire da quello di Kobe Bryant. Il "black Mamba" è reduce dalla sue prima (si, prima. Può sembrar strano ma è così) elezione ad MVP della regualr season e dalla delusione per la mancata conquista dell'anello da parte dei suoi Lakers a causa dei Boston Celtics, ma questo non fa altro che aumentare la sua sete di vittoria. Posseduto da uno sconfinato talento cosparso lungo i suoi 199cm, Kobe risulta essere uno delle guardie più forti ( se non la più forte) presenti sul pianeta. Può segnare da qualsiasi posizione, modo e momento. Per molto tempo si è detto che fosse troppo egoista e pensasse troppo al suo tabellino personale ma i suoi 5.4 assist forniti per gara in questa stagione, sono lì a smentire. Il punto dolente risulta essere il carattere: in pochi ne parlano bene ed è descitto come un rompiscatole egoista, soprattutto dai compagni, ma questo è il carattere del leader vincente. Propio come lo è Kobe. Altro personaggio su cui verranno catalizzate le luci è Lebron "the king" James. Il giovane giocatore dei Cleveland Cavaliers ha già dimostrato più e più volte di essere il prescelto per poter dominare la lega NBA negli anni venturi. James è dotato, oltre che da un ovvio e mai nascosto talento, di un fisico estremamente potente che diventa la sua arma in più: quando prende velocità non c'è niente che possa fermare la sua corsa (che in genere termina con una perentoria schiaccaita) verso il canestro avversario. Può giocare sia lontano che vicino a canestro. Gli piace esibirsi per il pubblico e quindi non si nega quasi mai qualche effetto speciale. Ciò che sorprende di questo giocatore è la facilità con cui riesce ad avere il controllo della partita: può chiuderla in qualsiasi momento a suo piacimento, soprattutto adesso che ha affinato il suo tiro dalla lunga distanza. Chris Paul è il play-maker del futuro. Faccia da bravo ragazzo, in questa stagione è arrivato ad un soffio dal prendersi il titolo di MVP ed ha portato i suoi Hornets ad un pelo dall'eliminare gli Spurs dai Play-off. In questa olimpiade giocherà al fianco del giocatore che rappresenta il suo futuro: Jason Kidd. In campo distribuisce Assist a raffica (11,3 a partita in questa stagione) ma avendo personalità da vendere è anche un'ottimo penetratore ed ottimo realizzatore. Dwight Howard è stato definito da molti come il nuovo Shaq. Il ragazzone di Atlanta è alto 211cm ed è dotato di un fisico michelangiolesco. Oltre alla squadra in cui milita (Orlando magic), gli elementi che lo uniscono a Shaquille, sono il suo strapotere fisico mostrato nel pitturato e sotto i vetri (15,8 rimbalzi a partita) e la simpatia con cui si presenta. Atleta eccezzionale, Howard non solo è imponente ma è anche dotato di una rapidità che lascia sorpresi. Dopo l'ultimo Slam Dunk Contest, si può anche fregiare del soprannome di Superman. Road to Beijing, stay tuned!

Road to Beijing: Wukesong Indoor Stadium...


A Pechino lo smog crea non pochi grattacapi all'organizzazione dei Giochi, e si cerca di sconfiggerlo con targhe artenne, blocchi delle auto e chiusura delle fabbriche. I vari maratoneti, calciatori, tennisti, velocisti, saltatori, ciclisti e chi più ne ha più ne metta potrebbero infatti avere problemi di ossigenazione durante le loro gare, specialmente quelle di durata. I giocatori della pallacaestro non avranno di questi problemi, dato che un bellissimo palazzetto dello sport ospiterà le loro gesta e i loro sogni a cinque cerchi. L'avveniristico Wukesong Indoor Stadium è stato costruito a tempo di record (come tutti gli impianti della XXIX Olimpiade). Si è cominciato a scavare nel marzo del 2005 ed è stato completato in meno di tre anni nel gennaio di quest'anno: potere del regime!
Come altri impianti nella capitale cinese, questo palazzetto sarà molto di più di un luogo di sport. Infatti accoglierà al suo interno anche un centro commerciale e ricreativo-culturale, immerso tra giardini e spazi verdi. Tale particolarità può essere notata dalle immagini panoramiche, che ci mostrano anche come l'area comprenda anche tre campi da baseball, (due da gara e uno da allenamento) sul principale dei quali si è giocata in marzo una gara di MLB tra LA Dodgers e San Diego Paders.
Due saranno quindi le discipline olimpiche che daranno spettacolo in quest'area: oltre al basket, il baseball. L'intera area occupa uno spazio di 350,000 metri quadrati.
Il campo da basket è veramente molto bello, nato dalla collaborazione tra 5 costruttori che si sono occupati separatamente delle varie strutture dello stadio, e sorge nella parte ovest della capitale.  Dall'esterno, a distanza, sembra un grandissimo lingotto d'oro, poi ci si avvicina e si nota che è formato da moltissime colonne gialle. La struttura ha una capienza di 18,000 posti, ci sono quattro ingressi per gli spettatori e una speciale zona per i diveramente abili, e inoltre il palazzetto è un impianto "verde", per precisa volontà dell'architetto: ci sono pannelli solari per l'energia e un impianto di raccolta e filtraggio dell'acqua piovana.
L'esperienza della NBA ha aiutato molto i costruttori cinesi, che si sono ispirati alla grandi arene Nordamericane. Lo si vede principalmente nella grande struttura ottagonale che sovrasta il campo, composta da enormi schermi a led che tutti insieme pesano 22 tonnellate. Speriamo che non venga giù! 
Gli organizzatori sono davero molto soddisfatti di questo che nei loro piani sarà uno degli impianti più visitati durante i Giochi e uno dei più "vissuti" dai cittadini dopo, visti gli spazi verdi di cui parlavamo prima.
I cinesi non vedono l'ora di poter ammirare Yao e tutti gli altri darsi battaglia in questa splendida arena!

Road to Beijing, stay tuned!

Road to Beijing: l'avversaria che non ti aspetti...

Per concludere la carrelata della squadre presenti a Pechino, parliamo oggi di quelle tre nazionali che vuoi per fama, vuoi per lontananza, vuoi perchè dietro nei pronostici, rappresentano delle vere e proprie incognite in questi Giochi a cinque cerchi: Australia, Iran e Angola. Tra le tre squadre la prima è senza dubbio quella più conosciuta, mentre le altre due sono punti interrogativi belli e buoni. Iniziamo da chi conosciamo meglio.


Australia - Andrew Bogut è sicuramente il giocatore più conosciuto della franchigia dell'oceania. Il giovane centro dei Bucks è accompagnato a Pechino da una squadra che ci crede e che mai come questa volta è competitiva. Gli altri trascinatori del team saranno i due "europei" David Andersen del Barcellona ma che ha vinto in eurolega con il CSKA e Matthew Nielsen, che dei Boomers (come vengono soprannominati i giocatori) è anche il capitano. Unione di giocatori giovani e del blocco più esperto, gli australiani si sono qualificati agevolmente per le olimpiadi e poi sono venuti in Europa per una serie di amichevoli con Croazia e Grecia in cui non hanno assolutamente sfigurato, anzi. Nel loro girone (A) dovranno comunque sudare le proverbiali sette camicie per far fuori una tra Lituania e Croazia, e non ritrovarsi a far compagnia all'Iran nel viaggio di ritorno anticipato verso casa. Gli Aussie sono pronti alla sfida.

Iran - Questa è una squadra giovane e ambiziosa, entusiasta alla sola idea di essere entrata nell'elite del basket mondiale e di poter rappresentare la loro nazione ala manifestazione sportiva più importante del mondo (prima e fin'ora ultima olimpiade nel '48). Tutti i giocatori giocano in Iran, e ovviamente non ho la più pallida idea di come giochino. Il sogno nel cassetto sarebbe quello di confrontarsi con quello che anche politicamente rapresenta un vero e proprio nemico, gli USA, e sono sicuro che se Ahmadinejad avesse potuto, avrebbe voluto truccare il sorteggio dei gironi. Per l'obbiettivo a cinque cerchi sono andati proprio in casa del nemico ad allenarsi, a Salt Lake City, dove hanno sostenuto una camp e hanno affrontato le riserve delle riserve dei cugini di Jazz e Dallas, e sono stati comunque bastonati. Tutto questo però probabilmente non basterà e il sogno di affrontare il colosso americano si spezzerà dopo il primo turno. Ma l'Iran venderà cara la pelle prima di salutare Pechino.

Angola - Questa nazione è senza dubbio più famosa per il machete che ha nella bandiera che per la sua squadra di basket, almeno in Occidente. Ma nel continente nero l'Angola domina la pallacanestro da più di un decennio e proprio ai mondiali di due anni fa ha colto il suo più importante traguardo, giungendo decima. Tutti i giocatori giocano in patria, e se vogliamo questo potrà essere un vantaggio: dovranno essere bravi a sfruttare il fattore sorpesa e ad imporre la loro solidità, solo in questo modo si faranno onore alle Olimpiadi. Insieme ai colleghi iraniani saranno probabilemnte fatti fuori senza pietà nel loro girone, il B, ma ad agosto potranno respirare a pieni polmoni quell'aria olimpica che tutti gli atleti del mondo hanno sognato almeno una volta nella vita, e tra molti anni racconteranno ai nipotini di quella volta che fecero canestro difesi da Kobe Briant piuttosto che quando stopparono LeBron James: il sogno olimpico è davvero meraviglioso.

Road to Beijing, stay tuned!

Road to Beijing: dalla Cina con furore...


Il nostro viaggio ci porta a conoscere i padroni di casa di queste Olimpiadi 2008: la Cina.
Il movimento cestistico cinese ha avuto una fortissima crescita negli ultimi anni. Crescita, che ha permesso di far sbarcare nel mondo NBA Yao Ming e Jianlian Yi.
La squadra cinese è guidata dal 2005 dal lituano Jonas Kazlauskas che, per preparare al meglio questa olimpiade, ha deciso di concentrarsi solo sulla nazionale senza occuparsi di nessuna squadra di club. Il roster è composto per la stragrande maggioranza da giocatori militanti nell CBA (il campionato nazionale cinese), ai quali si aggiungiomo la star degli Houston Rockets Yao Ming ed il fresco Net Jianlian Yi. La squadra cinese esprime un gioco ragionato ed organizzato (qui si vede la mano di Kazlauskas) senza però rinunciare ad eventuali contropiedi, i cui interpreti principali risultano essere, oltre a Yao, Yi ed il play Sun. Come già detto, Yao grazie ai suoi 226 cm è il punto cardine di questa squadra sia offensivamente che difensivamente; da lui passano la maggior parte delle azioni della squadra ed il fatto che stia rientrando ora dall'infortunio che l'ha colpito quest'anno (frattura del piede), ne diminuisce il suo minutaggio ma non il suo contributo che rimane sempre consistente. La squadra sta eseguendo un'ottima preprazione pre-olimpica che li ha visti trionfare per 12 partite consecutive ma che è stata interrotta dalla recente sconfitta contro l'Angola. L'obiettivo minimo dichiarato è quello di salire sul podio. I numerosissimi e calorossissimi tifosi cinesi sono pronti a sostenere la loro "walking Great Wall" lungo la sua corsa alla medaglia ed anche noi siamo curiosi di vedere se ci riuscirà.

Road to Beijing, stay tuned!

Road to Beijing: le europee (parte seconda)...

Continuiamo nella presentazione della squadre del Vecchio Continente iniziata ieri. Questa volta ci occupiamo delle tre squadre che hanno guadagnato il pass olimpico in extremis, grazie al torneo preolimpico di Atene svoltosi dal 14 al 20 luglio. Tra le dodici partecipanti ci sono stati esclusi eccellenti tra cui Slovenia, Puerto Rico, Brasile e Canada. A spuntarla alla fine sono state Grecia, Germania e Croazia, ma procediamo con ordine.
Grecia - Al torneo di qualificazione la Grecia ha praticamente schiaccato tutti gli avversari che si è trovata davanti. Sarà stato il pubblico di casa, saranno stati gli avversari non certo irresistibili, ma la squadra ellenica è apparsa forte, carica, tosta e motivata, tanto da far dire a Diamantidis che "troppo entusiasmo potrebbe essere dannoso". Ma tant'è, il morale ormai è a mille e la squadra bella pronta per l'appuntamento a cinque cerchi, e il mezzo passo falso di un anno, quando ad Eurobasket finirono quarti battuti da una splendida lituania nella finalina, sembrano già dimenticati. E non potrebbe essere altrimenti in una squadra a cui certo non manca il carattere e l'esperienza per risollevarsi dopo una delusione. Per il tipo di gioco, più che per i singoli interpreti, la Grecia è la squadra che secondo me più di tutti può mettere i bastoni tra le ruote degli Stati Uniti. E non dimentichiamoci dei magnifici interpreti di questo sport che può vantare, da Papaloukas (lo adoro) a Spanioulis, da Zisis a Diamantidis fino a "Baby Shaq" Schortsianitis. Non c'è davvero tempo per crogiolarsi sugli allori, al lavoro e vedremo se si potrà ripetere la semifinale di due anni fa in giappone. Magari l'aria di oriente fa bene ai greci...
Germania - Sandra e Raimondo direbbero "Che barba, che noia, che barba, che noia!". Sempre le solite cose da dire, sempre il solito gioco da vedere. Palla a Dirk, se Dirk è in palla, la palla va dentro e quei 4 tizi che sono con lui in campo vanno avanti nel torneo. Eccezione alla regola un anno fa, con l'Italia (e Angelone Gigli) che limita benissimo il tedescone, ma noi siamo capaci di far diventare fenomeni anche i brocchi, e le abbiamo prese dai comprimari. Quest'anno a dir la verità una novità ci sarebbe pure, c'è un ragazzo che si chiama Chris Kaman e viene dagli Stati Uniti d'America. Non è bello ma accanto a se aveva mille donne yeah...ah no scusate quello era Gianni Morandi. Kaman non aveva mille donne, ma in tasca aveva un passaporto tedesco e dato che è stato tagliato proprio all'ultimo da USA Team, dopo una discreta stagione ai Clippers, è andato a dare una mano a Dirk. Comunque altre grosse sorprese non ce ne dovrebbero essere. La Germania è la più debole delle europee e si suderà un sacco anche solo il passaggio del turno, dato che la Cina padrona di casa è sulla loro strada. I tedeschi sono attesi al varco...
Croazia - Quel volpone i Repesa zitto zitto l'ha fatta a tutti, ha sfoderato un gran bel basket e si è guadagnato l'olimpiade con la sia Croazia, dopo che un anno fa era stata una bella (per il gioco espresso) incompiuta (per i risulatati non arrivati) agli europei spagnoli. La Croazia non sembra in grado di tornare ad essere quella splendida squadra che nel '92 arrivò alle spalle del Dream Team Originale, nè quella dei bronzi europei e mondiali successivi. Per arrivare alle Olimpiadi la piccola nazione balcanica ha disputato un ottimo preolimpico, mettendo in luce i suoi talenti, siano essi giocatori come il neo compagno di squadra di Bargnani Ukic, Planinic, Thomas e Kus, siano essi alleanatori, e Repesa è un Tattico eccellente, che da solo vale 10-15 punti in più per ogni squadra che allena. L'Olimpiade è un sogno per questi giocatori, un sogno sudato e cullato per 12 anni (è da Atlanta '96 che non ci tornano), ma i giocatori hanno già promesso che non andranno a Pechino da turisti...
Road to Beijing, stay tuned!

Road to Beijing: le europee (parte prima)...

Sulle dodici squadre presenti a pechino, ben 6 sono europee. Questo perchè, oltre ai due posti di zona disponibili di Eurobasket 2007 (andati a Lituania e Russia), le squadre del vecchio continente hanno saputo conquistare anche i tre delle wildcard (con Grecia, Croazia e Germania) e quello per i campioni del mondo andato alla Spagna due anni fa.
In questa prima parte della presentazione delle europee mi occuperò di quelle squadre che già da un anno o più avevano in mano il biglietto per Pechino, ovvero Spagna, Lituania e Russia. Quindi riordiniamo le idee e cominciamo:
Spagna - C'è Pau Gasol, fresco vicecampione NBA dopo una trade che l'ha portato a L.A. sponda Lakers, dove ha fatto vedere cose semplicemente meravigliose; c'è Calderon, eletto play titolare in quel di Toronto dopo la dipartita dell'antipaticissimo T.J. Ford; c'è Rudy Fernandez; c'è "La Bomba" Navarro, a cui sono stati offerti mari e monti per fare la traversata dell'Atlantico al contrario per tornare a Barça; c'è Ricky Rubio, che uno lo guarda giocare e si chiede se sia proprio vero che questo qui è del '90; c'è pure il redivivo Garbajosa, un giocatore che adoro ma che quets'anno ha giocato un totale di minuti "0" e che si è appena accasato a Mosca, sponda Kimky. Insomma c'è la Spagna, con tutto il blocco storico, quello che dopo un oro mondiale e un argento europeo che ancora brucia, vuole a tutti i costi una medaglia olimpica, meglio se molto pesante, medaglia che manca da 24 anni (fu argento contro USA). Ci sono tutti, anzi no. Perchè a sorpresa, pochi mesi fa, il mentore di questa squadra, il santone che siedeva in panchina, coach Pepu Hernandez ha lasciato il timone che è stato passato a Aito Garcia Reneses. Senza dubbio un duro colpo per una squadra che ha nel gruppo uno dei suoi punti di forza, e che invece si trova a gestire una bella grana.
Comunque la Spagna era e rimane una grande squadra, una di quelle che va a Pechino per puntare in alto, forte di un gruppo che ormai si diverte a giocare a memoria, che ha tutti i ruoli coperti da due giocatori di altissimo livello se non addirittura da Star. La Spagna comincia la sua olimpiade il 9 agosto contro la Grecia, una sfida che già preannuncia battaglie come quelle di due e di un anno fa. Il 15 agosto invece ci sono gli USA, poi capiremo dove questa Spagna potrà arrivare. Volete un pronostico? Molto lontano...
Lituania - Il terzo posto di un anno fa in Spagna è stato visto come un mezzo fallimento. Se infatti prima di partire per Madrid la Lituania era una papabile outsider, durante il torneo ha espresso un basket a livelli eccezionali e in molti avevano pensato di trovare la degna finalista contro la Spagna nella truppa guidata da Jasikevicius. E invece nella semifinale contro la Russia la stanchezza ha piegato le gambe ai lituani e la finale si è trasformata in un lontano sogno. Il talento a questa squadra prorpio non manca, tra le sue fila ci sono giocatori che hanno giocato in NBA, alcuni che ci giocano tutt'ora, e altri che sono protagonisti in Eurolega: nessun rincalzo di medio valore. Ma questo Dream Team Lituano (così l'ha definito coach Butautas un anno fa) ha un età media più alta delle dirette concorrenti, e il ciclo di grandi giocatori come Jasikevicius, Kaukenas, Siskauskas e i due Lavinovic potrebbe essere all'ultima chiamata olimpica, dato che tutti hanno superato i trenta. Non ci sarà Macijauskas, e non so perchè, non ci sarà Ilgauskas, mai inserito veramente in questo gruppo, ma ci saranno tra gli altri gente del calibro di Songalia, Kleiza e Maciulis. Per la giovane nazione baltica (è "rinata" nel 1991) è una grandisima occasione.
Russia - L'incredibile Russia ha staccato il pass olimpico un anno fa ad Eurobasket e lo ha fatto da vincitrice a sorpresa del torneo, contro le furie rosse padrone di casa. Ora sono chiamati alla conferma, a far vedere che non è stato un caso, e si sa che confermarsi è sempre più difficile che affermarsi. La Russia ha costruito quel successo con una grande difesa e con un coach che la fa giocare in modo sempre efficace, magari non spettacolare, ma senza dubbio efficace, senza sprecare quasi nulla. La squadra che viene dalla tradizione sovietica ha 2 solidissime basi su cui poggiarsi, anzi tre se si considera il già citato coach Blatt. Il blocco del CSKA campione di Eurolega con Ettore Messina e Andrei Kirilenko, MVP di eurobasket 2007 e autore di una stagione tra luci ed ombre in NBA, ma che rimane sempre uno dei più poliedrici talenti in circolazione, capace di spararti una bomba, di schiacciarti in faccia o di stopparti con la medesima facilità. Altre sono le frecce all'arco della russia, ma una nota finale va al neo asunto del KGB J.R. Holden, dopo che la CIA lo ha licenziato per aver fallito la missione di far fare brutta figura agli odiati ex-sovietici. Ora, al servizio di Putin, la sua missione è quella di abbattere il colosso capitalista, e sarebbe un'impresa davvero sensazionale...
Road to Beijing, stay tuned!

Road to Beijing: le due Americhe...

Dopo aver dato un'occhiata generale al torneo Olimpico, continuiamo il nostro viaggio andando ad analizzare le varie squadre che parteciperanno alla caccia all'oro Olimpico. Partiamo dalle uniche due squadre, ma che squadre, che le Americhe ci offrono: Argentina e U.S.A.

Argentina - Iniziamo dai campioni in carica che cercheranno di far di tutto per dimenticarsi della sonora sconfitta rimediata dagli U.S.A. nella finale del torneo Pre-olimpico dello scorso anno e per confermarsi ai livelli espressi nelle ultime manifestazioni. Sulla panchina siede Sergio Hernandez che può far forza su un gruppo ben assortito e pieno di giocatori con esperienza. Nel roster bianco-azzurro spiccano nomi di altissimo calibro come quello della stella degli Spurs Manu Ginobili, che è rientrato in extremis da una distrosione alla caviglia ed è pronto a guidare la squadra nei momenti chiave della competizione e dell'asso dei Bulls Nocioni. A rendere più competitivo il gruppo dei campioni in carica ci sono giocatori che giocano ad altissimi livelli nei campionati di tutto il mondo: Oberto (NBA,San Antonio Spurs), Luis Scola (NBA, Houston Rockets), Carlos Delfino (ex NBA e passato recentemente al Kimki), Pablo Prigioni (ACB, Tau Ceramica) ed Antonio Porta (Spartak San Pietroburgo). Oltre all'elevato tasso tecnico-tattico, la forza della squadra è il gruppo, in cui tutti i giocatori mettono avanti alle loro prerogative personali, l'interesse del collettivo.

U.S.A. - Eccoli qua, gli uomini più attesi da tutti. Dopo le ultime non esaltanti figure a livello olimpico e mondiale, gli U.S.A. hanno deciso che questo è il momento di riprendersi in mano lo scettro del potere, di tornare a dominare non solo a spettacolo e parole ma anche con i fatti. Per far questo coach Mike D'Antoni ha deciso di formare quello che più di tutti si avvicina al mitico Dream Team di Barcellona '92. A rappresentare il paese che ha inventato la pallacanestro ci sono giocatori che sono già tra i più forti di tutti i tempi, come Kobe Bryant e Jason Kidd ed altri come Lebron James, Carmelo Anthony, Dwight Howard e Dwyane Wade e Chris Paul che saranno destinati a dominare per i prossimi anni futuri. La presenza di tanto talento ed atletismo fa si che questa squadra sia la candidata numero uno alla conquista della medaglia d'oro e permette a D'Antoni di poter praticare il suo gioco rapido e spettacolare, insomma il miglior gioco che gli stati uniti possano offrire. Il duo Bryant-James già stuzzica le menti degli appassionati e mette in crisi quelle dei coach che dovranno affrontare questa squadra. Gli U.S.A. devono solo non commettere l'errore che hanno commesso nelle scorse olimpiadi: aver sottovalutato l'avversario, giocare poco di squadra e puntare troppo sulla fisicità tralasciando la tattica, ma da quel che si è visto dal pre-olimpico scorso, sembra che i problemi siano stati quasi risolti.

Road to Beijing, stay tuned!

Road to Beijing: il torneo olimpico...


Questo blog è stato un po' fermo negli ultimi giorni, anch'esso "chiuso per ferie" e per esami, miei e del mio socio. Ma adesso il momento è propizio per ricominciare a scrivere dato che mancano ormai pochissimi giorni all'apertura della XXIX Olimpiade, che si terrà in quel di Pechino, capitale della Cina.

Molti sono i problemi che affliggono il gigante asiatico, in primis i diritti umani più e più volte negati dal regime. Molti hanno sostenuto che questa fosse una grande opportunità: i Giochi avrebbero dovuto migliorare le condizioni dei cinesi, dato che la Cina sarebbe stata "costretta" ad allargare le proprie maglie ed avviersi verso una situazione più normale. Ma tutto questo si è rivelato una mera illusione: il tamburo della propaganda non ha fatto altro che sollevare un velo attorno ai Giochi, nascondendo tutto sotto la superficie e continuando nella sua politica repressiva. Anche gli scontri in Tibet che hanno raggiunto il culmine la scorsa primavera hanno provocato solo fiumi di parole a cui non sono seguiti i fatti: in pochi capi di stato hanno deciso di non partecipare alla cerimonia di apertura, tra questi la Merkel e Gordono Brown.
Nonostante tutte le parole sullo Spirito Olimpico, il vero spirito delle olimpiadi moderne è solo il dio denaro, ed è questo il parametro fondamentale per l'assegnazione dei Giochi, non c'è spazio per De Cubertin nè per i sentimenti.
In questo scenario l'8/8/2008 alle 8.08 (l'otto in Cina è il numero fortunato per eccellenza) prenderanno il via le Olimpiadi e le storie sportive, loro si con la loro eroica poesia, riusciranno forse a brillare di luce propria, e a ricordarci perchè lo sport ci affascina tanto.
Noi iniziamo oggi il viaggio di avvicinamento verso le nostre olimpiadi, quelle della pallacanestro, in un percorso a tappe in cui cercheremo di parlare delle squadre, dei giocatori, degli impianti e della storia della pallacanestro nelle olimpiadi passate.
Al torneo Olimpico sono qualificate 12 squadre: come gli appassionati sapranno sicuramente l'Italia non è fra queste e non potrà difendere lo splendido argento conquistato quattro anni fa in quel di Atene. Le squadre sono divise in due gironi da sei, e le prime quattro passano alla fase a playoff, con le sfide incrociate (la prima di un girone affrornta la quarta dell'altro e così via). Ecco le griglie dei gironi:



Il girone A appare un pelo più scontato, con Iran e Australia destinate probabilmente a rimanere fuori, mentre nel girone B la situazione è un pelo più complicata e, dato per scontato il soccombere dell'Angola, l'ultimo posto per i playoff se lo giocheranno probabilmente tra Cina e Germania, con la prima favorita.
Si comincia il 9 agosto, il conto alla rovescia è già cominciato!
Road to Beijing, Stay Tuned!

Goodbye Sonics...

E' finita un'era. In particoalre quella dei Seattle Supersonics che si sono visti andare in fumo 41 anni di storia condita da un titolo NBA vinto nel lontano 1979 e tre titoli di Conference (1978, 1979, 1996). Tutto questo per colpa del loro "propietario" Clay Bennet che per poter esaudire il suo capriccio di portare l'NBA ad Oklaoma City ha sborsato 75 milioni di dollari sbattendondesene tranquillamente di tutti i tifosi dei Sonics. In questo modo va a sparire la franchigia che ha reso celebri Gus Williams, Lenny Wilkens, Spencer Haywood, Detlef Schrempf, Shawn Kemp, Gary Payton, Ray Allen e per ultimo Kevin Durant. Il prossimo anno l'NBA non sarà più la stessa senza i giallo verdi...